10 giugno 2009
Capanna Tassoni - La Scaffa - Passo della Riva - Lago di Pratignano e ritorno.  5 ORE   disl. 360 m    14 Km


Il Diario di Laura

Merc 10 giugno ‘09

Destinazione             Lago di Pratignano

Partecipanti           Umberto (che  bella sorpresa, ormai lo avevamo dato per disperso ), Isa, Iso, Cate, Sandro,   Patti, Laura, Dani, Regina

Durata                         5 ore

Dislivello                     sulla carta poco più di 300 metri, ma con tutti quei su e giù…

Alla solita ora dalla solita Cate. Riavutami dalla sorpresa per la presenza di Umberto, decido che è meglio prendere la sua macchina: non sono mica scema a prendere la mia, che dopo mi critica anche per come aziono la freccia. Dopo la solita fermata al solito bar alla solita Muffa, prendiamo la fondovalle verso Fanano. Non penserete mica che adesso mi metta a descrivere il paesaggio! Chiunque fosse interessato alla descrizione, comunque, vada a cercarsela nei 25 diari su questo stesso percorso. Usciti dal bar, io, Patti ed Isa saliamo con Umberto. Sandro schizza via e lo perdiamo subito di vista, anche perché Rossy è così infervorato a raccontare il viaggio in Argentina da cui è appena tornato, e noi così presi dal racconto, che invece dello stradone continuiamo per la Bazzanese. Umberto guida come un assassin o, sembra di essere al Rally di Montecarlo, prende le buche e fa le curve su due sole ruote, ma quando glielo facciamo timidamente notare dice che avremmo dovuto vederlo in Argentina, quando alzava ondate di sabbia nelle strade sterrate.Il tempo è incerto: non sa decidersi  se vuol essere bello o brutto, ma Sandro ha detto che si rasserenerà, e Sandro è un uomo d’onore. Al bivio per Ospitale c’è Sandro che ci aspetta. Ma come avrà fatto ad arrivare prima di noi? Avrà certo truccato il motore per seminarci e dimostrare che siamo delle Desoline. Arrivati a Ospitale, passiamo senza fermarci davanti alla fontana di acqua litial, quella che non appena la assaggi  ne bevi un boccal, come recita l’iscrizione. Oltrepassiamo anche l’agriturismo Feliceto dove facemmo tanti anni fa una mitica vacanza con Isa, quella in cui rischiammo di restare dispersi sul crinale e Patti si prese la broncopolmonite. Parcheggiamo vicino alla Capanna Tassoni e alle 11 cominciamo la passeggiata. In principio il sentiero nel bosco è a quattro corsie, poi si restringerà, senza mai però diventare veramente difficile. Gli alberi sono altissimi – tutti sanno che nel modenese gli alberi sono più alti e i monti più maestosi, lo sanno anche perché Patti  lo ha ripetuto fino alla nausea. Le acque dei ruscelli scendono cantando a valle e quando finalmente il bosco si dirada e riusciamo a vedere il paesaggio, restiamo senza fiato perchè la bellezza è esagerata.Ci sediamo un po’ e Gio comincia subito, come al solito, a raccogliere erbe. Quando passerà da questa fase a quella della caccia? Patti si pavoneggia con la sua mantella modello Andreotti, col suo bravo spazio per la gobba, oppure per lo zaino. Ne apre tutti gli automatici , riducendola a un grande rettangolo, così non riuscirà mai più a ricomporla. Tutt’intorno è pieno di insetti che volteggiano e bisogna stare attenti a tenere la bocca chiusa se si vuole evitare di mangiarne. Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino. Racconto del genero di una mia conoscente che aveva assoldato un killer per uccidere lei e tutto il resto della famiglia. Isa ne è molto colpita e dice con rammarico che invece nella sua vita non succede mai niente. Il bosco finisce e ci troviamo su un altipiano e là in fondo ecco il lago di Pratignano. E’ un posto bellissimo e incontaminato, fuori dal mondo e dal tempo. Appena arriviamo al lago, le rane si zittiscono per un attimo, poi ricominciano a gracidare come matte. Saliamo su una piccola altura e ci sediamo a tavola. Regina ci ha contagiato, e ormai siamo in cinque a mangiare insalata di riso. La mia è bellissima a vedersi: ci ho messo venti verdure diverse, ma purtroppo i vari gusti si elidono, ed è quasi insapore.Come Sandro ci aveva promesso, il sole è venuto fuori e spadroneggia nel cielo e , anche se tira il vento, c’è da scottarsi.  Ed ecco che a un tratto, annunciati da un gran rumor di zoccoli, arriva un branco di cavalli bradi. Sono più di 15, di colori diversi, con le criniere bionde al vento. Isa dice che preferisce quello bianco e nero, perché quest’anno è di moda. Sono belli e selvaggi,  ci vengono mooolto vicino e ci accerchiano, tanto che un po’ ci  fanno paura. Intanto Gio si sta spogliando, e la preghiamo di fermarsi, che non si eccitino. Alcuni scendono al lago a bere, altri brucano attorno a noi e un giovane stallone, conscio della sua bellezza, se ne sta in disparte e si spara le pose. Sandro si mette a nitrire. Vorrebbe dire “ le puledre me le tengo io” ma evidentemente c’è un problema di comunicazione, perché il cavallo più vicino si volta e gli mostra il sedere.  Dopo una mezzoretta se ne vanno , portandosi dietro un bel po’ di atmosfera bucolica. Facciamo una breve passeggiata  lungo il lago poi, alle quattro, decidiamo di tornare. Cammina cammina, più andiamo avanti più la Capanna Tassoni si allontana, e l’ultima mezz’ora non finisce mai, ma come Dio vuole arriviamo alle macchine. Giù sulla fondovalle, vicino a Vignola, ci fermiamo a comperare delle ciliegie sul bordo della strada. Le gambe ci fanno male e sono così anchilosate che ci muoviamo come degli automi. A casa alle otto e mezzo.E stata una giornata bellissima.