Mercoledì 12 novembre 2008
Destinazione i negozi della strada principale di Pavullo, il ristorante delle vecchiette di Rodiano, la strada per Denzano
Partecipanti Carla, Cate, Isa, Iso, Sandro, Laura ( i più fedeli e
forse anche i più incoscienti e i più pirla ) Danila non c’è, ha telefonato
che non è riuscita a trovare la macchina,
speriamo bene
Durata quasi quaranta minuti
Dislivello tre metri ( il sentiero che porta al Palazzo Ducale è un po’ in salita )
Tempo atmosferico stendiamo un velo pietoso
Alle nove meno un quarto da Cate. Piove. Pare che il posto
più vicino dove non piove sia Pesaro, ma ci sembra un po’ lontano, quindi
andiamo verso Pavullo. Con una sola macchina perché, da non crederci, siamo solo
in sei. Sosta alla Muffa per fare colazione, poi via ! alla ricerca del sole.
Bypassata Vignola, entriamo in una zona di vigne rosse dai colori resi
smaglianti e lucidi dalla pioggia. Andiamo avanti ostinatamente, ma di sole
neanche l’ombra. A Pavullo scendiamo dalla macchina, ci intabarriamo perché
oltre a piovere fa anche freddo, e ci avviamo per la strada principale. Entriamo
nella prima chiesa che troviamo – sembra antica anche se molto rimaneggiata – e
vorremmo restarci per ore, non tanto perché sia bella, ma perché dentro fa un
bel calduccio e non piove. Quando usciamo passiamo in attenta rassegna tutte le
vetrine dei negozi che incontriamo – soprattutto pelletterie; qualche volta
entriamo anche, fingendo di voler acquistare qualcosa, per scaldarci un po’. E
continua a piovere. Passiamo davanti al Palazzo Ducale senza visitarlo perché è
implacabilmente chiuso. Intanto si son fatte le undici e mezzo, non potremmo
andare al ristorante? Ci avviamo, e devo dire che abbiamo tutti un bel carattere
– beh, non proprio tutti, quasi tutti - perché non ci lamentiamo del tempo e non
bestemmiamo, anzi chiacchieriamo allegramente e ridiamo. Sandro per la prima
volta in vita sua guida lentamente, per non arrivare troppo presto, e a
mezzogiorno siamo dalle vecchiette.
Ci sediamo, cercando di alternare maschi e femmine, poi ordiniamo un tris di
minestre per tutti – tortelloni, gramigna con la salsiccia e tagliatelle al
ragù, tutti ottimi e in dosi abbondanti. Carla fa notare che è bello essere in
sei, perché così si può sentire quello che dicono tutti. Dipende da cosa dicono,
interviene Sandro.
La ragazza di sala, il cui sorriso non ha più il fascino di un tempo, è molto
disinvolta e si diverte a scherzare con noi.
Isora, parlando di una ricetta, dice che è banale e Sandro, chissà perché,
capisce “ anale “: poi, quando arriva la verdura per il pinzimonio, ci offre
prima un cetriolo, poi due pomodori appaiati, guardandoci con aria ammiccante.
Cate, riferendosi a dei settantenni, li chiama ripetutamente “ anziani “.
Ma anziana sarai tu e anzianini tutti i tuoi bambini, dico io che sono la più
vicina al traguardo fatale. Ma chiamali “ diversamente giovani” !
Alle due abbiamo finito di mangiare, e siccome ha smesso di piovere,ci avviamo
verso Denzano. Ma non ci arriveremo mai. Infatti, dopo un quarto d’ora,
ricomincia a piovere, quindi torniamo indietro guardando da sotto l’ombrello il
paesaggio che è bello e dolce anche se madido di pioggia. A un certo punto Iso
ci chiama perché ci sono dei giovani daini che si rincorrono lì vicino, ma io
non li vedrò, come al solito. Arrivati alla macchina, ci diamo per vinti e
torniamo a casa , dove arriverò che non sono ancora le quattro.
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