28 marzo 2012 - Salse di Nirano
Parcheggio Salse - sentiero 1 - salse - Nirano
Pranzo al sacco
Ritorno sentiero del tritone 7

7 Km   
disl. 250 m     ORE 3

DIARIO DI LAURA

Percorso                     Salse di Nirano – Nirano – Spezzano

Partecipanti               Alba, Anna Ch, Anna Po, Camilla, Carla, Cate, Dani, Iso,  Laura, Lucia, Pino, Rita, Sandro

                                     Titti, Umby

Durata                         poco più di tre ore

Tempo                         sereno e caldo

Alle nove al bar dell’Esselunga. Mentre gli altri prendono il caffè, Carla va furtivamente a comperare una torta, perché oggi festeggeremo il compleanno di Anna Po. Saliamo in macchina e Anna viene estromessa in malo modo dall’auto di Carla, dove lei vorrebbe salire, mentre io prendo il suo posto, perché durante il tragitto dobbiamo comporre una canzone per lei. Dopo un lavoro di gruppo lungo e appassionato, viene fuori che:

Anna Anna Anna ha Francesco ( ndr : suo nipote ) sempre nel cuore  /Anna Anna Anna se lo cura con tanto amore /Anna Anna Anna  se serve un po’ di aiuto / Anna Anna Anna non perde neanche un minuto / e la nonna, i vicini, la zia / e tutti gli amici / se han bisogno / ci pensa lei.

Arriviamo alle Salse, parcheggiamo e prendiamo un sentiero che ci porta in alto. Sandro ci dice di prendere fuori i panini, che presto troveremo le salse. Ed ecco che ci arriviamo : I coni chiari si stagliano contro lo sfondo verde delle colline , interrotto qua e là da strisce allegre  di un bel giallo. Si apre una  accesa e dotta discussione su che fiori siano, e chi dice che sono rape, chi colza, chi ranuncoli. Non lo sapremo mai. Fa un gran caldo – dai 25° ai 28° . Il paesaggio è dolce, come i ricordi della mia giovinezza che mi vengono incontro affettuosamente : quante volte io e Patti siamo venuti qui in bicicletta, e come eravamo giovani ! Al di là delle esperienze personali, vi dirò che questo delle Salse è un fenomeno geologico di importanza internazionale. E’ originato da depositi di idrocarburi , soprattutto metano,   in piccola parte liquidi ( petrolio ) che venendo in superficie danno luogo alle tipiche formazioni a cono. All’interno il fango pare ribollire, invece esce a temperatura ambiente, ed è salato ( da cui il nome ). In Italia  questo è il più imponente fenomeno di questo tipo. Fin dall’antichità storici e studiosi ne hanno esaltato l’interesse, con osservazioni spesso fantasiose e inesatte. Ad esempio nel 1793 l’abate Spallanzani sosteneva che non lanciavano in  alto il fango, invece ho visto coi miei occhi che uno dei coni ha sputato su Camilla, sporcandole la giacca. In passato si credeva che il fango potesse curare le malattie della pelle, mentre oggi si usa solo per fini scientifici e di ricerca. I coni sono circondati da vasti reticoli di crepe che, dice Anna P, assomigliano ai Cretti ( cosa?? ) di Burri ( chi?? ). Camminiamo  a una lentezza esasperante, rallentati – dice Rita – dalla bellezza inebriante del paesaggio oppure - dico io – dal fatto che non abbiamo capito che non siamo sotto al Pavaglione a guardare le vetrine. Chiacchiero con Umbi e lui, che pure è ancora giovane, se è messo avanti coll’Alzheimer e non si ricorda i nomi e ,invece di sorvolare,  si intestardisce e mi fa perdere  un sacco di tempo. Delle volte si ricorda solo la sillaba iniziale, altre volte solo quella finale del nome e io devo cercare di completare la parola. Una faticaccia, dato che anch’io a memoria non sono il massimo. Ma per fortuna viene Alba e, in tre, riusciamo a imbastire uno straccio di conversazione. Arriviamo all’antico borgo di Nirano. C’è una fontana, finalmente , ma non sappiamo se l’acqua è potabile. Suono al campanello dei Figli di Maria e compare un giovane monaco che ci dice che sì, si può bere. Ha il sorriso radioso di uno che per contratto deve essere felice, se no che figura ci fa a prepararsi al Paradiso con l’aria torva? Torniamo indietro, prendiamo una strada privata e andiamo a trovare la signora Mattei, che non sembra per nulla contenta di vederci e che per spaventarci ci dice che di solito i suoi cani feroci ( ndr : due cocker ) sono lasciati liberi. Ma poi si ammorbidisce un po’ e ci comunica che la bella torre antica ristrutturata lì di fronte  era appartenuta un tempo ai Templari, poi a Matilde di Canossa. Risaliamo la strada alla ricerca di un bel posto dove mangiare. Nel prato antistante una fattoria alcune mucche si sono disposte a cerchio, sembrano impegnate a fare conversazione. Ci mettiamo a lodare la loro vita tranquilla all’aria aperta, a contatto con la natura. Poi arriva Sandro e subito la conversazione vira sulla cacca, di cui sono grandi produttrici. Troviamo un prato che ci piace e ci sediamo a mangiare. Alla fine  del pasto Carla divide la torta e brindiamo ad Anna, che è sorpresa e molto contenta. C’è anche un pezzetto di torta avanzato a Cate da ieri sera e nel dividerlo per 15 Carla supera se stessa, sfiorando la fissione dell’atomo di torta. Dopo mangiato ci stendiamo al sole. Anna P ci racconta con grande entusiasmo la sua recentissima visita a Parigi. Sandro fa il sottofondo musicale cantando “ La vie en rose” e poi le chiede se ha incontrato la vedova Cliquot. Dopo passiamo a riflessioni sulla vita e ad analisi sui vari caratteri umani. Ci dilunghiamo soprattutto su una nostra amica che  non può venire a passeggiare con noi. Su di lei ognuno  ha un aneddoto significativo da raccontare, tanto che alla fine possiamo dire di averne fatto un’analisi approfondita e definitiva. Concluso il complesso momento post – prandiale, torniamo indietro prendendo il sentiero dei Tritoni, tutto rallegrato da ciuffi di primule, costeggiamo uno stagno poi arriviamo alle macchine. A Spezzano ci prendiamo il gelato,  poi proseguiamo per Vignola, fermandoci  a guardare dall’alto i ciliegi in fiore, di un candore vasto, compatto e radioso, come se i campi stessero festeggiando la prima Comunione. A casa alle cinque e mezzo, appena in tempo per intercettare Patti che sta uscendo: un colpo di fortuna, visto che ho dimenticato le chiavi.

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