29 ottobre 2008
Castelvetro - via Poggio - Levizzano - via Medusia - Via Tiberia - Castelvetro   ORE 3.45  13 Km
per informazioni artistiche: sito del comune di Castelvetro

Il Diario di Laura

Merc 29 ott ‘08

 Destinazione                Levizzano

Partecipanti                  Ale, Cate, Isa, Iso, Sandro, Laura, Regina

Durata                          tre ore e mezzo

 Mi alzo, guardo fuori dalla finestra e il cielo è un ammasso di nuvole con qualche sprazzo di azzurro. Potrebbe esser peggio, penso – e lo sarà.
Alle otto e mezzo arriviamo da Cate, ci contiamo e siamo in sette. Bisognerà che comperi una macchina da sette, dice Sandro. Inutile, diciamo noi, dopo saremmo sempre in otto, è la legge di Murphy.
Dopo la  colazione alla Muffa , andiamo a Vignola, la oltrepassiamo e infine arriviamo a Castevetro. Appena scendiamo dalla macchina comincia a piovere, governo ladro! ( Con buona pace del Grande Statista che si era rallegrato perché i manifestanti del 25 ottobre non avevano avuto modo di dirlo perché non aveva piovuto ).
Ma noi siamo dei duri – stavo per dire dei maniaci -, apriamo gli ombrelli e partiamo. Passiamo a visitare un giardinetto dove sono esposte delle sculture moderne . Di una c’è solo la foto, dopo che è stata sfigurata da dei vandali – e non mi venite a dire che non ve la sentite di biasimarli solo perché la scultura era brutta! Un cartello riporta una frase di Einstein :” Ci sono due cose infinite: l’universo e la stupidità umana e per quanto riguarda l’universo ho ancora qualche dubbio “.
Verso le 10 cominciamo la passeggiata dirigendoci verso Levizzano coi nostri bravi ombrelli aperti. Le collinette a destra e a sinistra sono bellissime, tutte lucide di pioggia: rosse e gialle, pettinate a vite, con piante di rose a capo di ogni filare. In qualche punto le foglie si sono diradate, e disegnano un ricamo leggero e delicato.
 Dopo un po’ smette di piovere, anche se il cielo resta corrucciato e il sole fatica parecchio a venir fuori e viene di continuo sommerso dalle nuvole. Intorno l’autunno esibisce i suoi colori più belli  e il sole ne accende le tonalità. A un certo punto, sulla destra, un filare giallo, tre rossi, uno giallo, tre rossi, uno giallo: sembra una enorme fetta di zuppa inglese coll’alchermes, dev’essere buonissima.
Io e Cate ci imbarchiamo in una faticosissima conversazione sui libri che abbiamo letto di recente, ma o non ricordiamo l’autore, o il titolo, o la trama, si può andare avanti così?
 A Levizzano facciamo una breve sosta su un prato poi, mentre ci avviamo per vedere il castello, passiamo davanti  all’Enoteca con cucina. Ci piacerebbe fermarci lì, ma il cielo è minaccioso e forse è meglio che torniamo alle macchine prima che ricominci a piovere. Giriamo attorno al castello, bello e ben restaurato, poi riprendiamo la strada del ritorno. Siamo appena usciti dal paese che ricomincia a piovere, sarà meglio tornare all’enoteca. Prendiamo la direzione Centro indicata da un cartello, ma l’assessore al traffico è un noto umorista, e ci manda a sperdere in campagna. Cammina cammina, il castello che vediamo in lontananza si allontana sempre più, finchè solo dopo un bel pò troviamo una sterrata che ci riporta all’enoteca.
 Entriamo, e siamo fortunati perché di solito loro lavorano solo di sera, ma oggi  sono aperti perché hanno la prenotazione di un gruppo. Prima di ordinare, strizziamo giacche e pantaloni e li mettiamo ad asciugare sulla stufetta accesa appositamente per noi. Il locale è molto carino, i gestori simpatici e i mobili ingentiliti da graziosi découpages . Ordiniamo piatti di tortelloni circondati da assaggi di verdure e involtini. Il tutto ha l’aspetto molto coreografico ed è così buono che anche Ale, famosa ipercritica, deve ammettere che è tutto ottimo. Poi arrivano crescentine e tigelle con formaggi, salumi, marmellate e cioccolato fuso. Intanto dalla finestra si vede che il cielo si è tutto schiarito ed è del più bell’azzurro.  Che fortuna!
Purtroppo non sappiamo che quello della finestra è l’unico spazio sereno, e in tutto il resto del cielo le nuvole si affollano e si incalzano, impazienti di rovesciarsi su di noi non appena usciremo.
Paghiamo – 17 euro a testa, un prezzo onestissimo -, usciamo e , incredibile, sta piovendo! Apriamo gli ombrelli e ci avviamo bestemmiando. Per fortuna dopo un po’ smette e il sole ricompare, risplendendo sul paesaggio tutto lavato e stirato. Regina ha una gran mantella rossa. Siccome abbiamo appreso stamattina da Prima Pagina che uno studio fatto da un’università inglese ha appurato che i maschi si eccitano in modo inconsulto se vedono una donna vestita di rosso, chiediamo a Sandro se la vista della mantella lo eccita e lui, che non ha sentito la radio stamattina, dice di no.
 Giriamo attorno all’oratorio di San Michele e ci fermiamo solo un attimo, perché le nuvole sono bellissime, blu e viola, ma minacciose.
 A Castelvetro una lunga scalinata – che si presenta proprio quando siamo ormai esausti - ci porta alla piazza principale, bella e con due terrazze di piante rigogliose che si riversano giù dalla ringhiera e che, come dice Isa, si vede che le spolverano tutti i giorni. Entriamo in chiesa e, quando usciamo, la solita pioggerellina  è lì in agguato, che ci aspetta. Apriamo l’ombrello e andiamo alla macchina attraversando un paese che neanche San Francisco nell’Ultima Spiaggia era così deserto.
 A casa alle cinque e un quarto.