Merc 4 Marzo ‘09
Destinazione Mar di Ravenna,per vedere la mostra “ L’artista viaggiatore – da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani” – S. Apollinare in Classe
Partecipanti Cate, Isa, Iso, Dani, Laura, Mariella, Patti, Sandro, Regina, Gio
Tempo ha piovuto tutto il giorno, d’ora in poi potrà andare solo meglio
Alle nove e un quarto al
bar dell’ospedale Bellaria, da dove raggiungeremo la stazione di Ozzano per
andare a Ravenna. Ma del treno che dovevamo prendere nessuna traccia, è stato
cancellato senza preavviso così, bestemmiando, ci toccherà andare in macchina.
Per tutto il viaggio la pioggia ci accompagna fedelmente.
La sede del Mar di Ravenna – no, non è come pensate voi, vuol dire Museo
d’Arte – è in un antico convento francescano ed è molto bella. La mostra si
apre con la “Boite en valise” di Duchamp,museo portatile con i lavori
principali dell’artista in formato ridotto, e in più una boccettina di Air de
Paris e un pisciatoio in miniatura.
Gli artisti esposti hanno tutti esplorato terre esotiche, a partire da
Van Viesbroeck, autore del quadro della danzatrice che compare nel poster della
mostra.
A me pare bellissima
mentre Patti le trova un sacco di difetti – probabilmente paragonandola a me -
fra cui il seno cadente.
Di Guastalla c’è un bell’album di viaggio ; Klee, come dice lui stesso,
appare posseduto dal colore, mentre Nolde dipinge uomini primigeni che “ sarebbe
impensabile appendere in salotti profumati”.
Alcuni artisti – spesso sconosciuti a persone di media cultura come noi
-presentano quadri immersi in un’atmosfera impazzita di luce. Altri, come ad
esempio Matisse, potevano benissimo stare a casa : infatti se ai due quadri “La
laguna” e “I lanciatori di coltelli” si scambiassero i cartellini oppure ci si
scrivesse sopra ”Roma in primavera”, nessuno ci troverebbe da ridire.
In una bacheca sono esposti manufatti, fra l’altro una mazza finemente
istoriata e la guida che accompagna una scolaresca delle elementari , che aveva
chiesto “ A cosa pensate che servisse’” si sente rispondere “ A sculacciare i
nemici”.
C’è anche il pittore Deogratias Lasagna, che non è mai stato preso sul
serio in quanto la gente scoppiava a ridere quando sentiva il suo nome ,e poi è
stato subito dimenticato.
Di Boetti ricordo la raccolta di buste affrancate, che documentano i
passaggi del viaggio e i quadri coloratissimi ,ricamati dalle donne afgane sui
suoi bozzetti.
Molto interessanti anche Mathieu, con opere d’avanguardia di ispirazione
giapponese e Tobey, con le sue pennellate di inchiostro bianco nella tradizione
cinese e giapponese. Interessante l’installazione di Mondino coi suoi “flover”,
adepti di una setta religiosa amante dei fiori – però se in terra invece di
fiori di plastica ci mettevano dei fiori veri era meglio.
L’ingresso alla sala di Ontani è permesso ai soli adulti, non so bene
perché – a parte il fatto che si circondava di bei giovinetti. Il biglietto ci
consentirebbe anche di visitare la pinacoteca, ma è l’una, e preferiamo andare a
visitare i ristoranti locali.
Non prima però di esserci fermati alla statua di Guidarello che “ dorme
supino con le man conserte / su la spada sua grande. Al volto inerte / ferro,
morte, dolor furon suggelli”, come dice il poeta. Nel 1935 la statua venne
mandata a Parigi per la grande Mostra dell’arte italiana e in quell’occasione il
marmo subì un’incrinatura; inoltre la testa fu baciata da una signora col
rossetto e restò macchiata di modo che per ripulirla venne danneggiata la tinta
del marmo. A parte la signora in questione, si calcola che cinque milioni di
altre ragazze l’abbiano baciata nel corso dei secoli perché, si diceva, la
donna che lo avesse fatto si sarebbe sposata entro l’anno. A questo proposito,
tanto per seminare zizzania, mi ripropongo di dire a Roberto che Gio l’ha
baciata ripetutamente.
Usciamo, e piove ancora. Andiamo alla ricerca di una trattoria che ci è
stata consigliata, che si trova in via del Riccio. Giriamo a vuoto per un po’,
poi ci rendiamo conto che abbiamo sbagliato riccio, ci sono due strade con lo
stesso nome – niente in confronto coi Fratelli Benassi – e siamo andati a
cercare quella sbagliata. Siccome però stiamo passando davanti alla Taverna del
Mulino, e la giovane ostessa esce a dirci che sì, possiamo entrare anche se sono
le due, ci fermiamo lì, e saremo veramente contenti sia del tris di minestre,
tutte ottime, che del vino.
Finito di mangiare, andiamo a vedere il mare, di un bel colore marroncino,
con due o tre incoscienti che fanno il surf.
Poi a Sant’Apollinare in Classe dove , quando per avere lo sconto dico che
ho più di 65 anni, la cassiera mi chiede un documento. Che bel momento!
Visitiamo la basilica, che è una meraviglia come sempre, poi ci avviamo verso
casa. Per tutto il viaggio la pioggia ci accompagna fedelmente. A casa alle sei.
Links: Sito mostra http://www.museocitta.ra.it/mar/news/pagina125.html
S.Apollinare in Classe http://www.turismo.ravenna.it/contenuti/index.php?t=arte_monumenti&id=22&cat=3