9 marzo 2016 - Forlì - Mostra:Piero
della Francesca. Indagine su un mito
PARTECIPANTI : SANDRO,
CAT,
TITTI, ANNA P. , GABRIELLA, LAURA, GIOVANNA
PIOGGIA TUTTO IL GIORNO - Passaggio
per Via Regnoli, con installazioni di Street art
VISITA MOSTRA : PIERO DELLA FRANCESCA
PRANZO A 13,5 € ALLA TRATTORIA IL
PONTE IN VIALE SALINATORE

IL DIARIO
DI
LAURA
Destinazione Forlì ( Mostra di Piero della Francesca)
Durata due ore a camminare per Forlì sotto la pioggia
Piove.
Ecco perchè oggi andiamo a vedere una mostra: la nostra cultura è sempre stata
soggetta alle variazioni metereologiche. Partenza
alle 9.35, arrivo a Forlì dopo 50 minuti. Usciamo dalla stazione e piove.
Apriamo l’ombrello e ci avviamo a piedi verso il Museo S. Domenico. Le strade
del centro sono gradevolmente eleganti e i palazzi dai colori delicati sono a
misura d’uomo. Nella piazza principale ci fermiamo a Eataly a prendere il caffè
e ci sarà qualcuno che farà la terza colazione - non faccio nomi, sappiate solo
che è un maschio. Alle 11.30 comincia la visita alla mostra, che presenta 250
opere e illustra l’influenza di Piero sui pittori del Rinascimento e, dopo due
secoli di oblio, su quelli dell’Ottocento e del Novecento. La mostra si apre con
il busto di Battista Sforza del Laurana - ma perchè qui la signora appare
bellissima mentre nel ritratto di Piero degli Uffizi è una brutta befana? Il
Laurana doveva essere un tremendo adulatore. Come c’era da aspettarsi, di Piero
ci sono solo quattro opere - e come li spostiamo gli affreschi ? : la Madonna
con il bambino, che è l’opera più giovanile, Il San Girolamo, la Madonna della
Misericordia e la Santa Apollonia ( mai vista prima, neanche nelle illustrazioni
). Come dice lo storico dell’arte Berenson, quella di Piero “ è un’arte non
eloquente. Le sue figure ci manifestano energia in potenza piuttosto che
attività. La loro semplice esistenza ci appaga”. Come dice Lea Mattarella in un
articolo su Repubblica, in Piero tutto è immobile e, anche quando si combatte
come negli affreschi della Leggenda della vera Croce, l’azione non avviene, è
sospesa. I personaggi di Piero sono immobili, sono anch’essi architetture che
hanno il compito di rendere visibile e chiaro lo spazio, quella “ prospectiva
pingendi “ teorizzata dall’artista che per questo è diventato una chiave di
volta fondamentale nella storia della pittura. L’imperturbabilità dei volti di
Piero li rende testimoni di una storia sacra universale e senza tempo.
L’illuminazione tersa investe ogni cosa nello stesso modo - uomini,
architetture, alberi - perchè questi altro non sono che puri volumi. La tragedia
è bandita dal mondo ideale di questo pittore del silenzio. Non può accadere
nulla di negativo in un mondo in cui la Madonna della Misericordia è una cupola
che protegge i fedeli col suo manto. Eppure Camus legge l’assenza di azione come
condanna a un inferno senza domani. E Pasolini, che lo cita nel Vangelo secondo
Matteo, parla di bufera, di strage. Ma Piero è così grande che può anche essere
frainteso dai grandi . La mostra esibisce anche opere del Beato Angelico,
Filippo Lippi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, tutti protagonisti di quella
ricerca prospettica di cui Piero è il più importante teorico. E poi Signorelli,
Perugino, Antonello da Messina, Giovanni Bellini ... Si passa all’Ottocento con
Silvestro Lega che, nel Canto di uno stornello, ricorda Piero per la fissità
delle tre giovani donne attorno al piano, immerse in una luce tranquilla. E in
una luce analoga si stagliano le geometrie dei caseggiati nei due Signorini qui
esposti. Ma bisognerà scavalcare la Prima Guerra Mondiale per rintracciare in
modo più profondo ed esclusivo l’orma di Piero nella pittura italiana :
nell’opera di Guidi, Casorati e Campigli ad esempio. Il vertice qualitativo
della pittura del Novecento qui esposta si raggiunge nella Natura morta di
oggetti in viola di Morandi in cui una grande luce chiara bagna i pochi colori
- il bianco, l’ocra, i bruni, l’azzurro - come nella Natività di Piero della
National Gallery. Alle due meno un quarto usciamo, tutti entusiasti e andiamo a
mangiare alla trattoria Il Ponte. Il pranzo completo costa 13.50 euro e non è
niente male. A un certo punto Gabri, che è stata preoccupata tutto il tempo
pensando alla perdita d’acqua nella sua casa di campagna, e vorrebbe tornare
presto per andarci, dice che vuole prendere il treno delle 15.30 ma siccome sono
le 15.40 Sandro le dice di prendere un tunnel spazio-temporale e passare da un
buco nero, ma lei a questo punto desiste. Usciamo dal ristorante, e piove.
Apriamo l’ombrello e ci avviamo rassegnati verso la stazione, dove arriveremo in
tempo per prendere il treno delle 16.35. Alle cinque siamo a Bologna. E’ stata
una bella giornata. Umida, ma bella.
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LA FAMOSA MADONNA DELLA MISERICORDIA |
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