9 ottobre 2013 - Castel del Rio
Castel del Rio - Agriturismo Le Selve e ritorno
8 Km  disl. 250 m   ORE 2.15

Pranzo come tradizione al Ristorante Il Gallo a Castel del Rio, con primi di castagne.
Pomeriggio raccolta maroni all'Agriturismo le Selve.
Percorso stradale: Sasso-Pian di Macina- Zula-Zena-via Cerrato- Bisano - Villa di Sassonero- Sassoleone- CdR

IL DIARIO DI LAURA

Destinazione       i marroni di Castel del Rio

Partecipanti        Carla, Cate, Dani, Iso, Laura, Lucia,  Miriam, Pino, Sandro e Sandro Facchinelli

Commensali        Angela, Isa, Giulio, Anna Po

Durata                  due ore

Perché non c’ero la volta scorsa? direte voi. Il giorno prima ero andata a caro prezzo dal mio agopuntore cinese e lui si ela laccomandato di lestale a liposo. Cosa che ho fatto. Alle otto e mezzo alla Meridiana. Sandro arriva in anticipo, vede una bella giovane seduta a un tavolo con davanti uno zaino ed entra subito in fibrillazione, sperando in un nuovo acquisto del Camminaemangia che abbassi un po’ la media dell’età delle solite desoline. E invece no, è Lucia, che ha una pettinatura che la ringiovanisce moltissimo. C’è anche Anna Po, una pericolosa untrice che ieri era venuta alla lezione di inglese per distribuire germi e batteri, ma evidentemente non li ha ancora finiti. Partiamo con due macchine, e gli altri verranno per strade diverse a orari diversi. Sandro ci comunica che ha telefonato al solito ristorante e che gli hanno detto che il menu di castagne non c’è perché i marroni non sono ancora caduti. Si vede che non guardano la televisione, aggiunge lui. Ci sarà però il menu di funghi. Chissà come sarà contenta Angela ( che viene solo per mangiare ), dice Iso. Il paesaggio è tutto avvolto in un leggero velo di nebbia che addolcisce tutti i contorni.  Se piovesse anche un po’ sembrerebbe proprio di essere in Inghilterra. A Pian di Macina ci incontriamo con Dani, Miriam e Pino, poi proseguiamo. Subito dopo Pianoro prendiamo una strada che, secondo noi, dovrebbe portare a Castel del Rio. A un certo punto dovremmo voltare a destra, ma c’è il divieto d’accesso, e quindi andiamo a sinistra. Dopo un po’ ci troviamo al punto di partenza, così anche oggi non ci verrà a mancare il nostro bravo anello. Intanto si sono fatte le dieci, è tardi. Cosa dobbiamo fare? Telefoniamo agli altri e diciamo che tornino indietro perché abbiamo cambiato itinerario, dico io; ma la proposta non passa. Ripartiamo, infiliamo il divieto d’accesso e dopo poco ci troviamo sulla strada giusta. Intanto la nebbia si è un po’ diradata. Il sole fa una breve apparizione ma se ne pente subito e torna a nascondersi. D’altra parte è destino che a Castel del Rio ci accompagni sempre il brutto tempo. Poco prima delle 10.30 siamo lì nella piazza del paese, dove incontriamo gli altri. Risaliamo in macchina di qualche chilometro, poi parcheggiamo e proseguiamo a piedi su strada asfaltata, perché Sandro teme che i sentieri siano infangati. Dopo una mezz’oretta a Pino viene mal di schiena: si siede in terra e comincia a “ pistolare il suo coso “ come dice Dani. Ci aspetterà lì, perché torneremo dalla stessa strada. Cominciamo a costeggiare un bellissimo, grande bosco di castagni, che non ci stanchiamo di ammirare. Chi non ha l’esofagite da reflusso raccoglie le castagne cadute, perché la nostra Gev, che ha vedute molto permissive, dice che possiamo farlo. A mezzogiorno  è ora di tornare indietro perché abbiamo prenotato al ristorante all’una. Siamo davanti a un grande telone con su una grande scritta. Sandro legge e dice che ci permettono di raccogliere i marroni che ( ci ) sono caduti. Di fronte un bar, dove forniscono dei sacchetti per la raccolta. All’una siamo al ristorante. Ci sediamo e cominciamo a brindare, prima di tutto ai Sandri – oggi ce n’è una bella concentrazione – poi alle ragazze nuove, poi a Patti e alla fine un brindisi ai brindisi e  quello ormai irrinunciabile perché l’amore trionfi. Arriva il cameriere e abbiamo la gradita sorpresa che i tagliolini e i tortelloni di castagne ci sono, che bello ! Quando arriva il vino bianco chiedo a Lucia, che è un’intenditrice, se le piace. “ Se costa 6 euro, va bene, se ne costa 15 mi taglio le vene “, dice lei. Ma poi quando appureremo che effettivamente costa 15 euro, si rifiuterà di farlo. Arrivano primi e secondi, tutti buoni e il vino scorre allegramente allentando i nostri freni inibitori, tant’è ad esempio che Sandro a un certo punto dice “ Ce ne fossero desoline come voi!“. So che poi dirà che non l’ha mai detto e che inoltre è stato frainteso, ma per il momento è una gran soddisfazione. Finiamo con una meringa alle castagna, sublime, poi usciamo e torniamo in macchina al posto dove si possono raccogliere i marroni. Speriamo che, in preda come siamo a una bella allegria etilica, non raccogliamo invece ricci. Gli amici prendono i loro sacchetti e cominciano la raccolta, mentre io mi metto a dormire in macchina, tanto i marroni dopo si possono comprare al bar. Alle cinque, quando decidiamo di tornare a casa, alziamo gli occhi e il cielo presenta vaste zone di sereno. Il tempo è bastardo. A casa verso le sei e mezzo.

 

PARTENZA DALLA STRADA DELLE SELVE

PRIMI CASTAGNETI BEN CURATI

PERE COTOGNE

CASE MOVAVA

IMMENSO CASTAGNETO DELLE SELVE

ECCOCI ALLE SELVE

BUCHI DI NAZCA

SI BRINDA AL RISTORANTE IL GALLO

DOLENTI NOTE

CHIACCHIERE POSTPRANDIALI

LA PIAZZA DI CASTEL DEL RIO

DI NUOVO ALLE SELVE, IN AUTO, A RACCOGLIERE MARONI(non dire che si scrive con 2 r, io faccio fatica a dirne una...e poi a Bologna si dice così!)

...tutti cominciano a fuggire prima che chiuda il ricovero!