19- mercoledì 3 febbraio 2010
San Biagio - via Nugaredo - Mongardino
Pranzo alla trattoria Da Giò
Ritorno per lo stesso percorso
.  ORE 5  16 Km   DISL. 400m

 

Il diario di Laura

Mercoledì 3 febbraio ‘10

Destinazione                    Ristorante Da Gio di Mongardino

Partecipanti                     Dani, Gio, Iso, Laura, Titti, Sandro, Patti

Commensali                     Cate, Alberto

Durata                               cinque ore meno un quarto

Alle nove da Cate, che non farà la passeggiata  perché ha male alle ossa, ma almeno verrà con noi a fare colazione. Andiamo al bar della rotonda lì vicino, poi la salutiamo , pregandola calorosamente di raggiungerci al ristorante all’ora di pranzo. Lei non si sbilancia, si vede che le piacerebbe, ma non è sicura di riuscire a  spazzar via tutti i muschi e i licheni che si sono depositati su Alberto a causa della sua prolungata immobilità.
Prendiamo la Porrettana poi al Samantha  giriamo a destra , parcheggiamo e ci avviamo verso Mongardino – oggi la passeggiata sarà tutta su strada asfaltata, perché i sentieri sono impraticabili. Sono le dieci e dieci. Il paesaggio è così bello che mi lascia senza parole. Chiedo a Patti di aiutarmi a descriverlo, ma lui – citando Hopper – dice che se sapesse descriverlo non lo dipingerebbe. E quindi mi tocca di farlo da sola. Gemmea l’aria e il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore… Ma cosa li cerchi a fare, non vedi che è tutto coperto di neve? mi direte voi. Sì, è vero, qualcuno ha steso una coperta bianca sul paesaggio che abbiamo visto tante volte, creando un bell’effetto straniante. Tutto appare diverso, i contorni delle case sembrano più nitidi e i rilievi più morbidi. Se non fosse per l’azzurro delicato del cielo, solcato dalle trame nere delle piante stecchite, quello che ci circonda sembrerebbe  nelle zone in ombra un disegno a matita.  La strada comincia a salire e a un certo punto il cielo sparisce dietro una collinetta e il paesaggio in bianco e nero mi fa venire in mente il quadro con una scena invernale di un pittore fiammingo. Ma come diavolo si chiama? Chi è il pittore che ha dipinto Le Quattro Stagioni esposte  al museo di Vienna? chiedo  a Patti. Vivaldi, dice lui. Che pazienza. Ma poi mi è venuto in mente che era Brueghel.
  Arriviamo in cima alla collina e ci fermiamo a guardare Bologna, che si intravvede in lontananza coperta da una striscia di smog e siamo contenti di regalare una giornata di festa ai nostri polmoni. Passiamo davanti a un cartello che indica la direzione di Montechiaro e Sandro mi chiede: Come lo leggerei io? e prima di rendermene conto gliel’ho letto: montechiavo e lui è tutto contento. Verso le dodici e mezzo siamo davanti al ristorante di Mongardino. Cate ha telefonato per dire che lei e Alberto stanno arrivando, quindi ci sediamo al sole aspettandoli, mentre Patti  sparisce e ricomparirà poi dopo un pò con un acquerellino molto grazioso.Verso     l’una entriamo nel ristorante , ci sediamo e inganniamo l’attesa ingozzandoci di pane – buonissimo. Poi finalmente i nostri amici arrivano. Ordiniamo e poi spazziamo via tutto quello che ci portano ( un bis di minestre, crescentine e verdure fritte, un dolce a testa; e c’è anche chi ne ha mangiati due, e non vuole che dica il suo nome e quindi dirò solo il cognome, Pattarin ). E doveva essere tutto buono, se Alberto non ha neanche detto che lui mangia meglio a casa sua. Appena Patti ha finito di mangiare, mentre noi facciamo progetti per andare praticamente dovunque, si mette a dipingere un altro acquerello, che poi regalerà alla padrona. Paghiamo un conto onesto – 15 euro a persona – poi ripartiamo e anche Cate e Alberto vengono con noi per un tratto. Torniamo per la stessa strada dell’andata, contrariamente ai nostri principi, perché se no dovremmo scendere sulla Porrettana e poi aspettare la corriera. D’altra parte la strada che abbiamo scelto è lunga ma tutta in discesa,  dicono… Ma per circa mezz’ora vado avanti ansimando, trascinandomi dietro un pasto luculliano: la discesa è molto strana, assomiglia a una salita… A un certo punto il cielo si riempie di strisce gialle, rosa e azzurre, molto bello. Patti per tutto il percorso resta sempre indietro per fare foto, e io lo aspetto. Ma quando siamo ormai vicino alle macchine, mi sorpassa e mi distanzia con passo veloce, andando poi a lamentarsi con gli altri perche l’ho fatto rallentare. Bastardo. A casa alle sei. E’ stata una bellissima giornata.

 

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