26- mercoledì 24 MARZO 2010
Gamberame - Canneto - Filettole - Capuccini - Stazione Prato
3 ORE   7 Km

Il diario di Laura

Destinazione                    Vaiano – Carteano – Filettole – Prato

Partecipanti                      Alba, Anna Ch, Cate, Luisa, Titti, Sandro, Dany, Laura, Gio, Iso. Patti non c’è.

                                            E’ andato a montare una mostra?, direte voi. No, ha detto che è stanco di mostre

                                            e che adesso ha voglia di donne belle

Durata                                circa tre ore

Alle nove mi trovo in stazione con Alba, Gio e Dany. Ma cosa farà oggi Patti tutto solo?, chiedono quelle vipere con aria sorniona. Avevano intenzione di mettermi la pulce nell’orecchio, però insistono tanto che si trasforma in un pulcino, sai la fatica a sistemarlo nell’orecchio. Prima che il treno parta arriva Titti con la ferale notizia che oggi i treni sono in sciopero. Quello prima del nostro è stato soppresso, ma noi per fortuna partiamo. Alla stazione di Vado ci precipitiamo al finestrino per salutare i nostri amici, ma  sulla piattaforma non c’è nessuno. Panico. Telefonata affannosa a Sandro che dice che stanno arrivando. Meno male. Arrivano correndo e ce la fanno a salire. Il treno riparte ma a un certo punto si ferma in galleria, e resta fermo per un bel po’. Sarà cominciato lo sciopero? No, eccolo che riparte. Mi chiedono che cosa voterò domenica e io rispondo che ho la scelta obbligata, perché ho tre buchi nel naso. Mi riferisco a Giovanni Guareschi che, nelle sue vignette, disegnava i comunisti con tre buchi nel naso. Ma nessuno capisce di cosa sto parlando: sono troppo giovani. Allora mi prende lo sconforto e , citando Calvino, dico che mi sento come l’ultimo dinosauro rimasto sulla terra. Ma neanche stavolta mi capiscono : sono troppo ignoranti. Scendiamo a Vaiano,  dove presto ci offriranno la cittadinanza onoraria . Ma la signora del bar ( dove andiamo a fare colazione e a comperare panini per il pranzo al sacco ) non lo sa, e continua a guardarci con aria molto severa. Prendiamo il bus per Prato e scendiamo a Foresta dove, alle 11.15 cominciamo la passeggiata.
E’ una giornata tiepida e primaverile, anche se il cielo è un po’ coperto. Intorno è tutto un tripudio di fiori. Sono comparse anche le vinche,  e i prati spumeggiano di margherite. Il giallo predomina  con forsizie, similpiscialetto,mimose e il paesaggio ha un aspetto molto solare. Ci inerpichiamo per una stradina a 90° e arrivati in cima ci sediamo a riposarci. Io e Gio ci mangiamo un panino, tanto è passato mezzogiorno. Da qui una bellissima stradina pianeggiante si snoda tra muretti a secco oltre i quali ulivi verde-argento su prati di un verde tenero ma intenso. Le colline sono punteggiate di borghetti  di una bellezza antica e serena. Passiamo da Carteano e alle due ragazze che devono  aiutarmi a ricordare i nomi dei luoghi da mettere nel diario distribuisco i compiti: Titti deve ricordare “Carte “, Anna “ Ano “ , e devo dire che quest’ultima ha fatto un po’ di resistenza, ma alla fine ha ceduto. Com’è come non è, alla periferia di Filettole ci troviamo davanti al ristorante Logli, che ha una bella terrazza che dà sulle colline. Filettole? Cosa vuol dire? Chi sa di greco dice che significa qualcosa come “ Avamposto “ ma Alba, che ha una mente un po’ unidirezionale, a sentire quel nome pensava invece che ci si riferisse al filetto di maiale. Cosa facciamo, entriamo? E’ vero che tutti ci siamo portati dietro i panini, è vero che io e Gio ce ne siamo già mangiati uno a testa,è vero che Gio domani ha gli esami del sangue e vorrebbe fare bella figura… e però c’è un gruppo di giovanotti che sta entrando e che sembra sicuro che lì si mangi bene. E se andassimo ad informarci sul menu? Andiamo io e Dany, e contrattiamo un pranzo a 15 euro con un antipasto e un primo oppure un primo e un dolce. Chiediamo di mangiare fuori, ma ci dicono che oggi non è possibile perché  è il primo giorno che sono aperti e non si sono ancora organizzati.  Dopo una febbrile consultazione in cui tutti dicono che non sarebbe il caso di andare al ristorante, visto che abbiamo i panini con noi, entriamo e ci sediamo. La guida dice che questo ristorante era  nell’Ottocento la meta preferita degli intellettuali pratesi -  come confermano questi versi: Ma te o Filettole, amico seggio / d’antiche gioie alfin riveggio / con tale un palpito che solo intende / chi apprezza il gaudio delle merende.
Senza che li avessimo ordinati, ci portano due vassoi di fett’unta. Gio cerca giustificazioni, dice che sono stati i giovanotti di prima che ci hanno traviati. No, dico io, ci siamo autotraviati. Spolveriamo la fett’unta e rimane un laghetto d’olio sul fondo del vassoio . Gio, dopo aver sostenuto una battaglia con se stessa e averla persa, si mette a intingervi dentro il pane perché, dice, l’olio fa bene al cervello. Poi arrivano le nostre ordinazioni, ed è tutto molto buono. Alla fine ordiniamo anche una porzione di dolce, diviso prima in due e poi in tre,  e il cameriere ci dice che sì, ce ne porterà tre mezzi. A un certo punto Isora si alza e va a parlare alla tavolata dei giovanotti. Vorrà proporgli un acquerello? Paghiamo tutti soddisfatti i nostri 15 euro a testa, poi usciamo sulla terrazza, bellissima, con una limonaia da un lato, bisogna che ci ritorniamo  in questo posto. I giovanotti escono anche loro e stiamo un po’ lì a chiacchierare . Ci chiedono dove sono i nostri mariti e io, che sono inspiegabilmente allegra, dico: tutti sepolti in giardino. Giochiamo un po’ con un cagnetto così carino che ci prende il cuore.Ci informiamo su quanto costa, ma purtroppo  non vogliono vendercelo. A Filettole incontriamo un prete dal volto umano che sta andando in giro a benedire – alla fine benedirà anche noi.  Sia lui che suo cugino – qui sono tutti parenti -  hanno l’aria molto sana e vispa nonostante siano ultraottantenni. C’è anche il cane Fiuto che, dicono, ha l’abitudine di entrare in chiesa  dove se ne sta tutto buono ad ascoltare la messa. Riprendiamo il cammino e , quando arriviamo alla stazione di Prato, scopriamo che un treno per Bologna partirà  venti minuti dopo, che fortuna! A casa alle sei. E’ stata una gran bella giornata, tiepida e allegra.

 

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