Lunedì 15 :
arrivo
in serata all'Hotel Plevna a Sliema-
Cena al ristorante Fortizza
Passeggiata sul lungomare verso St, Julian . 6 Km


DIARIO
Lunedì 15 novembre ‘10
Partecipanti Alba,
Anna Ch, Anna Po, Alessandra Lodi, Carla, Claudio, Danila, Gianni,Gio, Isa, Iso,
Laura,
Luisa, Mariella, Mara, Patti, Pino,Rita, Rita P,
Sandro, Sonia
Alle tre in aeroporto. Io
arrivo zoppicando perché mi fa molto male il piede sinistro e Isa è tutta
incazzata perché dice che sono invidiosa e voglio rubarle la scena. E adesso chi
le dice che anche Gio ha male a un ginocchio? L’aereo parte alle quattro e
mezzo.Il decollo è perfetto. In un attimo siamo al di sopra di una coltre di
bioccoli di lana grigia da cui appare S. Luca per un momento, e subito scompare.
Il tempo vola – anche lui – allietato da offerte di cibi, gioielli, biglietti
della lotteria, profumi e balocchi cosicchè quasi quasi mi dimentico di
preoccuparmi del fatto che non so come fanno gli aerei a stare su. Comunque non
ci facciamo irretire dalle offerte e non comperiamo niente : con tutto quello
che abbiamo speso per il biglietto aereo ( 12 euro ) adesso dobbiamo
risparmiare. Fra uno spot e l’altro scriviamo canzoni per il compleanno di Gio.
Al tramonto il paesaggio diventa di una bellezza esagerata. Sul fondo un gregge
smisurato di pecore nere e sopra una striscia di arancio pallido – che si
trasformerà poi in una lama di fuoco - che sfuma nel verde e nell’azzurro del
cielo tipo tramonto del presepe e sopra una fascia di blu intenso. Isa dice che
si vedono le Egadi. Ma come fa a riconoscerle? Me le sono inventate, ammette.
Poi lei e Mara lo raccontano a Gianni: Sì, e fra poco vedremo le Sporadi, dice
lui. Mara, che le piace fare sfogio di cultura ( è un anacoluto, non pensate che
io non lo sappia ) , chiede “ E le Spersidi? “. Quelle no, non le vedremo perché
sono più a est, le rispondono. Sandro raccomanda a noi ragazze di non andarlo a
cercare stanotte nell’unica camera singola, perché lì ci sarà Isora, che ci
sgriderebbe aspramente. Ma lui con chi dormirà? Non ce lo vuole dire, perché
dopo noi spettegoleremmo. Ma tanto spettegoliamo lo stesso…. Nonostante tutto
quello che abbiamo speso , l’atterraggio fa schifo. Tocchiamo terra con un gran
colpo, eppure c’è chi applaude. Sono le sei, siamo un po’ in anticipo e appena
l’aereo si ferma, si alzano allegre e squillanti le note della tromba che suona
la sveglia. Scendiamo dall’aereo, e veniamo avvolti da un bel tepore, ci sono
20°, perché non ci trasferiamo qui? Uno dei controllori ci augura buon soggiorno
e poi ci raccomanda di stare attenti alle renne. Le renne? Qui? Ma non ne
incontreremo nessuna perché - dice Pino - gli arcieri locali, avendo a
disposizione i bovindi, che permettono di mirare a 180° le hanno sterminate
tutte.Fuori dall’aeroporto ci aspettano due pulmini prenotati con lungimiranza
da Sandro e Gianni – se no cosa ce li porteremmo dietro a fare? Qui la guida è a
sinistra, retaggio della dominazione Inglese. Alle sei e mezzo arriviamo
all’albergo Plevna, a Sliema, dove ci fermeremo due notti spendendo ben 15 euro
a testa per notte, colazione compresa. L’albergo deve esser stato progettato da
Escher, tutto un su e giù di corridoi e scalette dove sicuramente ci perderemo.
Le camere sono belle e pulite, un ottimo rapporto qualità – prezzo , anche se in
qualche bagno l’acqua della doccia è un filo esile e non si riesce a dosarla,
cosicchè bisogna decidere se si preferisce gelare oppure ustionarsi. Un
cartellino nel bagno avverte che l’acqua non è potabile . Faranno i furbi per
venderci l’acqua minerale? Alle sette e mezzo tutti nella hall. Siamo nella
Malta fino al collo, dice Sandro. Prendiamo il lungomare e ci fermiamo a
guardare la roccia sottostante, che appare bianca e morbida. A tutta prima il
mare e il cielo sembrano una massa indistinta però, dopo un po’che li si fissa,
si comincia a vedere la linea che li separa e poi il riflesso nell’acqua di una
nuvola bianca e poi una barca con su un marinaio che fuma la pipa – no , sono
sicura che questa non ve la bevete – e Gianni dice: Ci vuole il buio perché le
cose si vedano meglio. Noi rimaniamo folgorati dalla profondità
dell’osservazione, ma Rita dice che l’ha copiata ( se anche qualcun altro
l’avesse detta prima, lui non lo sapeva e l’ha reinventata ) : come dicono,
nessun uomo è grande per il suo cameriere e, aggiungo io, per sua moglie. Ci
fermiamo a cena nell’antico torrione sul mare, non senza prima aver
faticosamente contrattato il prezzo. Ordiniamo pesce e coniglio e una congrua
quantità di vino, buono. Ci portano della bruschetta subito, ma per il secondo
ci fanno aspettare un sacco. Dobbiamo andare ad aiutarli ad acchiappare i
conigli? Poi i piatti arrivano. Il coniglio è passabile e tanto, così che Sonia
sarà costretta a mangiarne otto pezzi per non lasciarlo lì. Il pesce invece è
buonissimo. Finito di mangiare, ci mettiamo a cantare, prima “ La fira ed San
Lazar “ poi “ L’uselin de la comare “. Si avvicinano due uomini e una donna che
si mettono a cantare con noi. Hanno fisionomie famigliari e , pensando che siano
maltesi, sto per dirgli “ Una faza una raza “ quand’ecco che scopriamo che sono
veneti, e uno è addirittura un lontano parente di Rita. Ma sarà piccolo il
mondo!?!? Paghiamo 18 euro a testa – stupefacente per tutto quel pesce che
hanno portato, poi usciamo. Il gruppetto di cui faccio parte ritorna in albergo
mentre gli altri proseguono la passeggiata. Alla fine verrà fuori che hanno
camminato per sei chilometri. Come lo sanno? Perché hanno contato il numero dei
lampioni e lo hanno moltiplicato per il numero delle piastrelle fra uno e
l’altro. Col mio gruppetto ci fermiamo a una fontana pubblica a bere, e l’acqua
fa veramente schifo, la percentuale del disinfettante è più alta di quella
dell’acqua. Quindi ci fermiamo a un bar a comprare dell’acqua minerale e
scopriamo con raccapriccio che è più cara del vino – tre euro per una bottiglia
da 750. In albergo a mezzanotte, ma gli altri tarderanno ancora un bel po’.