Partecipanti :1. Sandro,2.
Cat, 3.Isora, 4.Carla, 5.Anna P,6. Gio, 7.Danila, 8.Alba, 9.Titti, 10.Anna Ch,
11.Rita, 12.Umberto
Partecipazione straordinaria al pranzo dell'Isa!!
Gita della "Memoria" : nel
2000 è stata la prima gita con il Diario di Senofonte (Laura), che ci ha dato
subito dei problemi. Purtroppo si vede che il tempo è passato: la Laura non
c'era per un ennesimo malanno!
Tazzola non è cambiata molto: manca il cartellone pubblicitario ma c'è sempre
l'originale giardino-museo.
Abbiamo seguito il sentiero 815 fino a Tazzola, poi , dato il fango e la non
eccelsa agilità di alcuni partecipanti, abbiamo optato per la strada asfaltata
per Ca di Pippo e il Santuario del Monte delle Formiche ( 615 m slm).
Siamo quindi tornati indietro fino a Ca di Pippo, dove abbiamo pranzato
all'omonimo ristorante verso le 14 : primi di tortelloni e tagliatelle ai
funghi, poi crescentine, alcune con una strana erba dentro.(22 euro)
Ritorno per strada asfaltata, poi breve visita alla Alessandra che ci ha offerto
la torta e i suoi bagni per le abluzioni delle femmine
Versione n.2 del diario, commissionato da Senofonte ad Anna C.
Sono uguali le prime due righe e il luogo della partenza, poi per me ci sono solo novità perché non ero mai stata nella Val Galeotta. La giornata è limpida, il verde prevale ancora sui colori dell’autunno, la luce illumina il Castello. Rita ne legge la storia: faceva parte di un borgo fortificato del periodo di Matilde di Canossa, aveva quindi una funzione difensiva, ma in seguito prevalse quella residenziale. Tra i vari signori che lo occuparono ricordo solo gli Agucchi, nome di una strada vicino a casa mia. Mi colpisce molto di più la folta vegetazione che avvolge le rovine e il cancello che ci impedisce di entrare, chissà perché. Il sentiero per raggiungere Tazzola è suggestivo, tortuoso e ‘avventuroso’, dobbiamo, infatti, spesso scavalcare rami che lo rendono disagevole. Dalle nostre non proprio brillanti prestazioni ginniche nasce forse la scontentezza di Sandro. In lontananza si staglia la Torre dell’Erede. A Tazzola vedo il giardino con le statue inquietanti di cui avevo già sentito parlare: il proprietario non c’è, parlano per lui gli scritti angosciosi che Carla legge ad alta voce. E’ la prima volta che uso il registratore che sarebbe in realtà destinato alla voce dei villici. Non ho ancora avuto il coraggio di ascoltare il nastro, spero nella prossima puntata. Poco dopo incontriamo tre cavalli un po’ robusti (una in particolare, forse è incinta) che gironzolano, sembrano in gita. Dopo averci guardato per un po’, ci precedono per farci la cacca davanti, poi tornano indietro, per andare chissà dove, ma lontano da noi. Come documentato dalle foto e dalle didascalie di Sandro, in realtà erano fuggiti e invano rincorsi dai proprietari. Raggiungiamo il santuario del Monte delle Formiche: sugli scalini soleggiati ci piacerebbe sostare più a lungo, ma .. il ristorante ci aspetta per cui ci ‘tocca’ andare. Ci consola il panorama, monti e valli e ancora monti e così via, anche se non vediamo l’Adriatico. Mangiamo a Ca’ di Pippo: veramente notevoli le crescentine ‘verdi’, una sensazionale scoperta. Il ritorno per la strada asfaltata è l’occasione per parlare comodamente, senza la paura di inciampare: di cosa? A ciascuno il suo, e con questa nota criptica, termino questo diario estemporaneo.