29- mercoledì 14 APRILE 2010
Lama di reno - Panico - Canovella _ Ronzano di sopra - Canovella - Marzabotto   ORE 4   10 Km  disl 300 m

Mercoledì 14 aprile ‘10

Percorso                     Lama di Setta – sentiero verso Monte Sole – Marzabotto

Partecipanti               Alba, Carla, Cate, Dani, Gio, Laura, Iso, Patti, Sandro, Titti, Umberto

Durata                         4 ore

 

Oggi  io e Patti prendiamo la nostra macchina.Facciamo una manovra complicata: usciamo dal garage e parcheggiamo  dentro il giardino condominiale in attesa di Gio; quando arriva le cediamo il posto e andiamo via con la nostra macchina ( ma sarà tutto inutile perché quando arriviamo da Cate c’è anche Umberto, che ci tiene  a prendere la sua macchina perché dice che il modo in cui guidiamo noi gli fa venire il mal di stomaco. Lui no, non lo fa venire, tutt’al più va a sbattere contro le macchine che vengono in senso contrario ). Mentre ci avviamo verso Casalecchio ci accorgiamo che siamo in ritardo, quindi telefono a Sandro per avvertirlo , e lui fa un sacco di storie e poi dice che dobbiamo presentarci coi genitori. Andiamo al Jakarta a fare colazione. Arrivati  là , Umbi parcheggia accanto al posto per l’ handicap. Per adesso possiamo ancora parcheggiargli accanto. Per  adesso. Al bar incontriamo Ballarini, una figura mitica di cui mi parlano da anni. Finalmente, era ora che me lo presentassero! Cerchiamo invano di convincerlo a venire con noi, ma dice che sarà per un’altra volta. Comperiamo panini, e dentro ci devono essere delle pagliuzze d’oro, a giudicare dal prezzo. Ripartiamo e ci accodiamo a Sandro, che sfreccia incurante dei limiti di velocità e del fatto che la riga continua è come un muro. Sconsigliamo a Umberto di tenere quella velocità, non vogliamo mica che gli ritirino la patente. Ma lui dice che non c’è pericolo, per  evitare rischi lui la patente la lascia sempre a casa. Arrivati a Lama di Setta parcheggiamo, dopo aver  evitato per un pelo di scontrarci con una macchina che viene in senso opposto. “ E ‘ perché stavo guardando da un’altra parte”, dice Umberto con l’aria sicura di chi pensa di aver fornito una scusa valida.

Alle dieci e dieci cominciamo la passeggiata, dirigendoci verso Panico. La giornata all’inizio è bellissima, ma presto si addensano in cielo delle nuvole  che dapprima sono bianche, ma poi si fanno sempre più scure e preoccupanti  mentre Il sole si diverte a giocare a nascondino, costringendoci  più volte a levare e mettere la giacca. Alba telefona al suo amico di Panico e gli dice che stiamo per passare davanti a casa sua.
 Lui promette di farci il caffè, ma quando arriviamo alla canonica dove  abita  non si affaccia, nonostante gli cantiamo” Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro” a gran voce. Così ce ne andiamo.
 Al telefono poi  si dichiarerà disponibile a farci un piatto di pasta per quando ripasseremo di lì al ritorno, e noi saremmo anche tentati, ma Sandro dice di no. Un altro maschio?, deve aver pensato.
 I campi e i prati sono del verde più allegro e vellutato, i ciliegi sono ancora delle nuvole in fiore e le margherite ricoprono il terreno con un fitto velo bianco e morbido. Una bellezza. Carla si chiede come si fa a sapere quante margherite ci sono, poi si dà anche la risposta: si contano tutti i petali, poi si divide per il numero dei petali che ci sono in media in ogni fiore. Intanto Sandro ha inventato una vignetta, e ne consegna il testo a Patti, che faccia il disegno : deve rappresentare la lepre che ieri ha messo in pericolo un aereo in cui si trovavano degli esponenti leghisti e il commento è: Fuochino! Consiglio a Patti di non firmare il disegno e io comunque  me ne dissocio,  non voglio mica ricevere altre raccomandate. Facciamo una deviazione per passare sul ponte sospeso, tutto tremante sul fiume. Arrivati a metà ci fermiamo, ed è uno spettacolo bellissimo, con l’acqua in cui i pastelli più delicati si mescolano al verde, con gli aironi e le garzette  che volano e le nostre ombre festose proiettate dal sole sul greto. Torniamo indietro e raggiungiamo la strada di prima. Sandro ci dice che ci porterà in una bovva con un buvvone e anche un ovvido, e manterrà la promessa, guidandoci attraverso un paesaggio selvaggio e verdissimo. Oggi però non c’è niente da fare, ci trasciniamo più che camminare, siamo sempre lì che ci fermiamo  a guardare i fiori e i giochi della rugiada sulle foglie. Se volete andare ai Giardini Margherita ditemelo!,  dice Sandro. A un certo punto ci si presenta davanti una salita ad almeno  45°. Ci fermiamo spaurite. E’ l’una , dobbiamo fare ancora 150 metri di dislivello e siamo ancora lontani dalla meta. Sandro ci guarda, dà un’occhiata alla nuvola scura che ci sta seguendo e dice che è meglio tornare indietro e a noi non ci par vero di farlo. Dopo poco ci fermiamo a sedere su un muretto a mangiare i nostri poveri panini –niente vino, niente caffè, niente dolce. Ripartiamo e  dopo un po’ cominciano a cadere in modo intermittente  gocce leggere di pioggia. Arriviamo di nuovo al ponte sospeso, lo attraversiamo e raggiungiamo il bar del Parco di Marzabotto dove ci consoliamo del pranzo con birre e gelati. Ci sarebbero ancora tre quarti d’ora per raggiungere le macchine, ma Sandro dice che è meglio prendere il treno – continuano a cadere rade gocce di pioggia – e così facciamo. A Lama recuperiamo le macchine e alle cinque siamo a casa, a domandarci perché mai dobbiamo prendere degli aerei per raggiungere terre assai  lontane quando ci sono paesaggi così belli e così dolci nelle immediate vicinanze.

 

 

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