Spedizione in bici al Sayonara
3 agosto 2011

IL DIARIO DI LAURA

Mercoledì 3 agosto 2011-08-03

Destinazione        Sayonara

Partecipanti          in bici : Isa, Patti, Laura, Patrizia, Miriam, Sandro , Dani, Angela, Giulio

                                                    A piedi: Carla, Cate, Iso, Alba

Durata                                      E’ una domanda troppo difficile

Isa, al suo meglio, ha un carattere  determinato (del suo peggio non voglio parlare, perché ho paura ) ed è per questo che la bella passeggiata di oggi ha potuto realizzarsi. Dopo aver prenotato ieri il passaggio in treno per otto biciclette, aveva voluto accertarsi che tutto fosse a posto. Il telefono dell’ufficio competente suona a vuoto. Prova e riprova,  infine decide di recarsi in loco. Tutto deserto. C’è solo una persona, che dice di non saper nulla perché è l’addetto alla sicurezza. Lei trova l’ufficio ed è chiuso. Allora torna dalla guardia e gli consiglia di seguirla perché  lei si appresta a commettere un’effrazione. Questo la segue e si decide a reperire il responsabile, che  le comunica che la prenotazione  non è valida perché sul treno c’è posto solo per cinque bici. Non era meglio avvertirla? No, non è previsto dal regolamento. Invece di picchiarlo con la borsetta, lei insiste e alla fine riesce a ottenere la prenotazione per cinque bici – non si sarebbe potuto farla, perché  era passato il termine delle 48 ore. E poi dicono se uno si butta a sinistra… direbbe Totò.

Alle nove passa Sandro a prendere me, Patti e le nostre bici. Due vanno sul portapacchi, una bella fatica caricarle. Intanto le altre  cinque cicliste sono in stazione, a prendere il treno, che parte alle 9.15. Partiamo. Sandro ci dice che ieri ha incontrato la Giovanna Cricca e che lei non l’ha riconosciuto, che delusione. E però poi lei ha perso elasticità, e non si muove più  a serpentina, e quindi lui non l’ama più. Alla Muffa ci fermiamo a fare colazione, e ci sono anche le altre ragazze, quelle in macchina, che se ci davamo appuntamento non ci saremmo trovati così puntualmente. Patti si lascia convincere dalla barista a prendere una bevanda  energizzante – sarà un sottoprodotto del viagra? Lui se la beve, e per sei ore sarà nervosissimo, ma depresso. Salutiamo le nostre amiche motorizzate, che andranno a Marano, poi lasceranno la macchina e raggiungeranno il Sayonara a piedi. Dopo poco si comincia a procedere a passo d’uomo, quindi Sandro volta a sinistra per una stradina sconosciuta e si inventa un percorso alternativo che prevede il setacciamento di tutta la campagna circostante. Arriviamo al parcheggio sotto il castello di Vignola, ed eccole nostre amiche che ci aspettano. Fra tutte spicca Miriam, coi suoi pantaloncini tecnici imbottiti, il casco e i guanti. Prendiamo il lungofiume, che all’inizio è tutto bello pavimentato, poi si riempie di solchi, di buche e di sassolini che schizzano via sotto le ruote. Ne sa qualcosa Patrizia, che oggi è in giornata  no , e prima la scende la catena, poi fora, poi   frena in curva sulla ghiaia  e cade facendosi una bella escoriazione. C’è il sole, ma sotto gli alberi fa fresco e noi pedaliamo allegramente. Il fiume ci accompagna scorrendo calmo e placido con la poca acqua che gli è rimasta. Ci fermiamo a raccogliere more dolcissime e tiro fuori il taccuino per  prendere appunti ed impedire – dico – che tutto quello che facciamo vada perduto come lacrime nella pioggia. Ma che bella immagine, dicono tutti e siccome questa citazione da Blade Runner io la scrivo un diario sì uno no, capisco finalmente che non mi legge nessuno. Nell’area attrezzata  per picnic vicino a Marano ci fermiamo ad aspettare Giulio che arriva pedalando e vuole farci credere che è venuto da Bologna in bici ( con la bici, dice lui,  giocando sull’equivoco ) . Ma nessuno gli crede. Patti si rende conto che non ha più il telefonino, né la bottiglia dell’acqua. Arrivato a questo punto purtroppo il suo zainetto è vuoto e non ha più niente da perdere. Ripartiamo e l’ultimo pezzo Patrizia se lo deve fare con la bici a mano, perché la camera non tiene. Arriviamo al ristorante e le nostre amiche sono già là, sedute fuori a un tavolo al fresco – intanto il cielo si è rannuvolato - con bella vista sul giardino fiorito. I maschi si raggruppano vicini vicini, neanche  avessero paura di noi ragazze. Mangiamo tortelloni, crescentine e tigelle, tutto ottimo come al solito. Intanto Sandro sta lì a consultare il suo palmare e a un certo punto ci comunica:Pericolo di pioggia passato. Ma non aveva detto che oggi non sarebbe piovuto? Usciamo e , mentre le  motorizzate partono a piedi, Giulio va  in bici a Marano e torna in macchina a caricare la bici di Patrizia. Sandro prende quella di Giulio ,passa la sua a Patrizia e partiamo. Dopo non molto Patrizia scende dalla bici per evitare una discesa pericolosa e le rimane la ruota davanti in mano, Tutti a ridere come matti, lei compresa. Però dice che la prossima volta si porta dietro la sua bici da Londra. Rimessa a posto la ruota ripartiamo. Raggiungiamo le camminatrici, saluti e baci e ripartiamo. Ma subito Angela sente qualcosa galoppare alle sue spalle , si spaventa e sbanda: è Cate che vuole dimostrare di saper andare alla  nostra velocità. Preghiamo  le altre di tenerla al guinzaglio fin che non ci siamo allontanati. Arrivati vicino alla stazione, Sandro accompagna le ragazze, mentre io vado da sola al parcheggio perché Patti è tornato indietro all’area picnic per vedere se trova il telefonino – che nel frattempo se ne sta nascosto in macchina. Quando siamo tutti e tre  al parcheggio, si caricano le bici sul portapacchi. Che fatica, dice Sandro, perché non possiamo essere come gli altri pensionati che se ne stanno al bar tutto il giorno?